
Nel programma del Sindaco di Livorno si parlava di razionalità, grandi progetti e nuova concezione del benessere della persona.
Ma è solo propaganda elettorale. Peccato.
In pratica solo tagli e azzeramento professionale. 6 mesi di elemosina per qualcuno e nessuna strategia di intervento per aiutare davvero nel tempo chi ha bisogno.
Analizziamo dunque bene il programma del Sindaco per quanto riguarda le Politiche del Welfare.
È chiara la promozione di un nuovo concetto di benessere della persona, basato su due punti:
Il primo . verificare al dettaglio le risorse del bilancio per le politiche sociali attraverso interventi per andar eoltre a un welfare statico ed innestare nel sistema una metodologia di lavoro e di intervento che sappia in tempo reale rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove povertà.
Il secondo. La dignità sociale al centro. Per questo il terzo settore svolge un ruolo cruciale. Un concetto sempre più ampio, nel quale entrano in gioco non solo politiche strettamente sociali, ma anche quelle socio sanitarie, sanitarie, abitative, educative, economiche e tutto quanto contribuisca a delineare il benessere sociale.
Detto ciò, viene in mente una riflessione:
Ad oggi per quanto riguarda il terzo settore sono stati effettuati dei clamorosi tagli per circa 320.000 euro, oltre all’abolizione delle card e alla riduzione del servizio mensa alla Caritas (affidiamoci alla carità cristiana).
Tutto questo per cosa? Internalizzare i servizi?
Secondo noi erogare contributi in contanti non consente a chi lavora nel sociale di poter valutare, osservare e pianificare un rapporto collaborativo con le persone in fase di bisogno. L’accompagnamento da parte dei professionisti che lavorano è di fondamentale importanza.
Dare soldi a pioggia è il peggior modo di fare politiche sociali. Esempio perfetto di vecchia politica, in teoria sempre condannata proprio dal Movimento 5 stelle. Ma a quanto pare praticata nei fatti.
Una valutazione tecnica nell’ erogazione di soldi, per razionalizzare le spese dell’amministrazione non basta.
Bisogna avvalersi delle persone competenti in materia sociale che lavorano sul territorio, gli operatori sociali non sono amministrativi.
Il progetto invece appare in pratica come una sorta di dea bendata che dispensa una cospicua cifra, € 500,00 mensili, spalmabile per un periodo di sei mesi a soggetti con requisiti specifici, vero, ma senza nessun obiettivo relativo alla fuoriuscita dalla situazione di bisogno.
Così non si aiuta nessuno a risolvere i probemi. Non si lavora per un futuro migliore, ma si torna al panem et circensis d’antica memoria.
Un progetto di lavoro serio deve contenere obiettivi, criteri di efficienza/efficacia e strumenti per raggiungerli.
Fra sei mesi i suddetti soggetti fortunati, estratti da una sorta di lotteria di beneficenza, si ritroveranno a fare i conti con i soliti salti mortali per arrivare a fine mese e i soldi spesi non saranno serviti a nulla, se non a guadagnare un poco di simpatia e distogliere l’attenzione dai problemi reali del territorio, insomma: solo propaganda elettorale.
L’erogazione di soldi va bene ed è efficace se non ci sono tagli ai servizi e si propongono obiettivi di accompagnamento al lavoro ove possibile. Ma questi sono fondi tolti alle persone in condizioni di bisogno, ridistribuite in modo inutile sul territorio.
Prima di chiudere e tagliare servizi già che funzionano bisogna valutarne l’importanza e il lavoro svolto fino ad oggi. Ovviamente si può sempre migliorare l’esistente, ma il passo del gambero sulle spalle di chi sta male, a nostro avviso non funziona.
Margherita Ascione
Resp. Politiche Sociali
Unione Comunale PD Livorno